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Dal 2014 il Birrificio contadino® Cascina Motta si è dotato di un luppoleto, che a partire dal 2016 ha assunto l’attuale dimensione di circa 6500 mq con oltre 1200 piante suddivise in 7 varietà. Dal 2018, con la maturità delle piante, le produzioni di coni sono in grado di soddisfare interamente le esigenze per la produzione di birra.

La coltivazione avviene in regime di agricoltura biologica, garantendo così la massima naturalità e genuinità della nostra Birra Contadina®.

Ma quali sono le cultivar ospitate nel luppoleto  del Birrificio contadino® Cascina Motta?
Cascade, Taurus, Chinook, Magnum, Perle, Saaz, Hallertau hersbrucker: una selezione delle più nobili piante di luppolo, sia da amaro che da aroma, che consentono in birrificio di realizzare la migliore combinazione organolettica.
Ma non solo, dal 2017 siamo alla ricerca di piante spontanee da domesticare; un processo impegnativo e difficile, che ci ha già consentito di selezionare alcune accezioni. Presto confidiamo di poter brassare alcune birre con una varietà 100% italiana!

 

Come si coltiva il luppolo?
Coltivare un luppoleto significa avere un progetto a lungo termine. Infatti, le piante entrano nella maturità produttiva a partire dal terzo anno e la vita complessiva della coltivazione supera, se ben gestita, i trent’anni. Realizzare un luppoleto, inoltre, richiede investimenti dedicati specifici ed onerosi, una fase giovanile prolungata e pertanto anche tanto lavoro manuale durante tutto l’anno.

 

La realizzazione del luppoleto.

Per l’impianto abbiamo sperimentato più soluzioni, adottando infine un sistema low-tensile con pali fuori terra di 5 metri e sviluppo a controspalliera. Si tratta di un sistema colturale più basso di quanto previsto nei paesi di coltivazione tradizionale e con filiere specializzate di gestione, ma la necessità di lavorare su piccola scala impone di rendere la coltivazione a misura delle nostre possibilità tecniche.

 

 

La scelta delle varietà ha previsto l’uso di una gamma ampia di luppoli, in modo da soddisfare le esigenze in fase di formulazione delle ricette per la brassatura. Alcune limitazioni sono derivate dalla scarsa adattabilità di alcune varietà tedesche che avremmo voluto impiegare nella nostra Birra Contadina®, ma tale limite non è superabile.

Tutte le piante sono state acquistate da un vivaio italiano specializzato, scelta che garantisce la rispondenza genetica e la migliore qualità fitosanitaria.

Prima della messa a dimora delle piante a settembre, si è proceduto all’aratura profonda, alla fertilizzazione con humus  ed ammendanti organici, quindi  alla posa del sistema di pali e fili. Successivamente, la preparazione di un letto soffice mediante operazioni erpicatura, ha consentito di piantare i luppoli prima dell’inverno (ottobre – novembre) . A partire dalla primavera successiva, le piccole piante sono state curate con cura ed attenzione, seguendo scrupolosamente i dettami dell’agricoltura biologica.

 

La coltivazione annuale.

Con il sopraggiungere del periodo freddo, il luppoleto sembra un luogo spettrale: una sorta di teleferica costituita dai pali e dai fili, sostanzialmente priva di vegetazione, non lascia presagire la vigoria vegetativa della stagione calda.

 

In primavera, il luppolo emette dei piccoli e timidi germogli rossastri, appena visibili, che necessitano subito di cura.  Si procede alla stesura dei fili verticali del sistema di sostegno della vegetazione, quindi si interviene periodicamente sulle piante in crescita in modo da accompagnare i germogli su ciascun filo (in genere due fusti ad ogni filo, ed altri due germogli di “riserva” sono lasciati liberi a terra). Questa fase è molto critica, in quanto la corretta scelta dei germogli più vigorosi e sani è fondamentale per ottenere produzioni di buona qualità.

 

 

Durante la primavera e l’estate si procede ad operazioni di arieggiamento del terreno, controllo delle infestanti ed è buona norma effettuare la rincalzatura, creando dei cumuli di terreno sopra la pianta con funzione di supporto alle radici estive.

 

 

A partire da metà giugno e per tutta la stagione più siccitosa effettuiamo l’irrigazione a goccia, in quanto il luppolo è una pianta piuttosto esigenze in termini di disponibilità di acqua. La pianta in questa stagione dimostra tutta la sua vigoria, arrivando a crescere fino a 50 cm al giorno!

 

 

Per la difesa dai parassiti si procede all’esecuzione di trattamenti fitosanitari in conformità a quanto previsto dall’agricoltura biologica: impieghiamo solo rame e zolfo per la difesa dalle muffe nelle fasi più giovanili della pianta, mentre sono in corso sperimentazioni con insetti utili contro gli acari, tra cui il pericoloso ragnetto rosso.

 

 

La raccolta avviene a fine estate, da fine agosto a fine settembre,  a seconda della varietà: al momento eseguiamo tutte le operazioni manualmente, selezionando ogni cono.  La pianta, dopo essere stata svincolata dal filo superiore cade a terra, viene tagliata a pochi centimetri da terra, quindi trasportata in birrificio per separare la vegetazione dagli strobili. La produzione finora si attesta attorno ai 700 – 850 Kg di strobili verdi, che vengono essiccati a bassa temperatura (35°C circa, con alti volumi di aria) fornendo circa  100 Kg di infiorescenze secche.

 

Appena essiccato, il luppolo è pressato confezionato in sacchi sottovuoto  da 1 Kg, quindi conservato in  cella frigorifera per mantenere al meglio le peculiarità aromatiche e le sostanze amare fino al momento della brassatura.

In autunno, si accompagna la pianta verso la dormienza, assicurando buon arieggiamento del terreno, l’eliminazione meccanica delle infestanti e si ripuliscono le ceppaie dai vecchi tralci. Inoltre, prevediamo l’interramento dei residui di orzo esausti delle cotte, in modo da realizzare una vera e propria economica circolare che consenta di riutilizzare le risultanze naturali non utili della brassature come fertilizzante organico.